domenica 4 luglio 2010

E' ora di mangiare...



Proprio come due anni fa i miei gusti non sono cambiati. Passo dal Wing Takanawa e nel mio cesto della spesa trova posto un po' di sashimi e del tonno scottato, nonche' un po' di frutta fresca ed in succo. Beh, con questa dieta di certo oggi non mi serve la pastiglia di Omega3!

Finalmente il ventaglio!


Meglio tardi che mai.

Shibuya











A circa 20 minuti di distanza dal parco, sempre alla ricerca di un ventaglio, sono andato a Shibuya. Un centro nevralgico per lo shopping ed il cibo, con decine di piccoli "diners" con banconi sottili e dove i locali si fermano per mangiare un boccone. Le luci, anche se di giorno, farebbero impallidire Times Square a New York. Alcuni incroci hanno tutte le combinazioni possibili di attraversamenti pedonali: allo scatto del verde ci sono eserciti di persone che s'incrociano, per poi svuotare l'incrocio al nuovo rosso. Difficile da spiegare, ci provo con una foto prima



e dopo:



Oppure, ancora, in un altro incrocio. Prima:




... e dopo:



Anche qui non mancano le stravaganze tipo questi "saltimbanco pubblicitari"



Due prodotti del momento? Ma ovviamente l'iPhone 4 e le magliette "ITALIA" di Kappa!


Yoyogi Park

Uscendo dal sottobosco che circonda il tempio, c'e' un grande parco con aree picnic, con prati curati e gente che gode dell'aria aperta.



Tra le cose "strane" che ho visto: qualche ciak di una scena di chissa' quale film o telefilm:



Gli immancabili esercizi "sul posto" (ma a questo sono gia' abituato con tutti i cinesi che li fanno a Milpitas!)



Decine di cornacchie - le ho registrate ma devo ancora capire se riesco a fare l'upload del loro "canto"



Ma la cigliegina e' stata: recinzioni con indicata la taglia dei cani che possono accedere, per evitare zuffe tra cani di diversa taglia!

sabato 3 luglio 2010

Matrimonio



Ho avuto la fortuna di assistere a parte di una cerimonia di un matrimonio tradizionale. Piu' che cerimonia ho visto la foto ricordo, dove 5 valletti ci hanno messo 20 minuti (non esagero!) per sistemare tutti i dettagli, arrivando ad allineare le dita delle mani appoggiate sulle gambe delle persone in prima fila. Le pieghe del kimono della sposa sono state riarrangiate non so quante volte. Poi quando e' arrivato il momento di scattare non ho visto neanche un sorriso. Forse fa parte del costume o forse il caldo e la disperazione dei fotografati ha avuto la meglio. Altrettanto strano e' stato poi il corteo nuziale. A passo di funerale tutti in fila verso l'interno del tempio. Insomma, mancava solo la bara. Mah.

Timbro ricordo


Come in alcuni luoghi-simbolo a Tokyo, c'e' un timbro per chi colleziona ricordi. Mia sorella non mi parlera' piu' perche' non ho timbrato nulla, ma ero senza quaderno.. l'unica cosa che avevo era il passaporto e con due pagine e mezza disponibili a tre anni dalla scadenza non mi sembra buona idea "sprecare" area..

Un altro modo per pregare..



Un altro modo per pregare e' simile al Wish Tree gia' visto in albergo: si acquista una tavoletta votiva in legno (500Yen), si scrive la preghiera e la si appende alla bacheca. Tipo ex-voto. Decisamente piu' tranquillo.

Un po' di fresco



La stradina pedonale mi porta all'interno di un sottobosco fittissimo che porta un po' di fresco. Non mi merviglierei di trovare dei funghi in autunno. I rumori della citta' sono spariti e si sentono decine di gracchianti cornacchie. Di tanto in tanto lungo la strada trovo delle "bacheche" con dei doni fatti all'imperatore Mieiji che fondo' questo parco all'inizio del ventesimo secolo. Non riesco pero' a capire cosa siano questi cilindri bianchi. Forse tamburi? Non oso chiedere (e non saprei a chi chiedere, tra l'altro). Proseguo verso il tempio Meiji Jingu. Passate le enormi porte in legno entro in un chiostro con al centro il santuario per la preghiera. Per pregare bisogna lavarsi le mani e la bocca, entrare, battere due volte le mani ed inchinarsi due volte. Con tutta la gente che batte le mani e' difficile trovare un po' di quiete per la meditazione interna, ma tant'e'.

I due parchi





Non lontano dalla fermata del metro' trovo l'ingresso dei parchi. Complessivamente un centinaio di ettari, un buon polmone del cuore di Tokyo. Non siamo infatti lontani da Shibuya, il quartiere dello shopping sfrenato, dove andro' a piedi dopo aver visitato il parco.

Destinazione?


Fa un caldo umido quasi insopportabile e mi pesa il fatto di avere solo vestiti classici (avrei dovuto portare una magliettina e dei pantaloncini..) quindi sento il bisogno di andare a cercare un parco. Benissimo! Il parco di Yoyogi contenente anche il tempio Meiji Jingu dovrebbe essere alla mia portata: fermata Harajuku della linea Yamanote, solo 15 minuti da Shinagawa come si evince dal pannello nel metro. O no?

Comincia l'avventura







Il tragitto dal mio albergo e' quello di tutti i giorni: scala mobile verso l'uscita, rampa pedonale ed attraversamento della strada per arrivare a Shinagawa. Ma stavolta voglio fare un salto generazionale e viaggiare come un residente di Tokyo: attraverso l'uso di una smart-card (Suica) ricaricabile, che basta avvicinare a degli appositi lettori per pagare le varie corse. Devo dire che mi fa un certo effetto acquistarla (non facile, dato il touch screen in giapponese) ma ce l'ho fatta! Ora e' mia, con il mio nome, per i prossimi 10 anni. Il primo passaggio dalle barriere e' stato un passo denso di significato.

Ritorno a Tokyo ed altro giretto


A distanza di questi due anni dal blog precedente, e dopo altri 9 bollini d'ingresso in Giappone sul mio passaporto, eccomi qui con finalmente un altro sabato semilibero per poter vedere ancora un po' di Tokyo. Si, perche' le mie destinazioni abituali in tutto questo tempo non sono cambiate (sempre Hitachi e Toshiba) quindi la mia conoscenza di Tokyo e dintorni e' rimasta sempre quella. Non va bene! Mi metto in viaggio dall'albergo, dove nella hall trovo in bella mostra un "wish tree". Funziona cosi': uno scrive un desiderio e lo appende sull'albero. L'anno scorso ho vinto un business desiderato grazie proprio a questo wish tree. Sta a vedere che funziona. Altro che business plan! Ricercando su internet salta fuori che questa e' una tradizione iniziata da Yoko Ono...

sabato 23 agosto 2008

Conclusione


Bel giro, non c'e' che dire.
Ho anche trovato una cosa che abbiamo in comune noi con i Giapponesi: la definizione di "up" e di "down".

Finalmente si mangia





Prima di rientrare in albergo passo da Wing Takanawa, il mio supermercatino/pusher di cibo giapponese.
Una pizzetta comme-il-faut seguito da un giro nel reparto sushi/sashimi (c'e' l'imbarazzo della scelta), te' verde Itoen, dell'ananas ed una succulenta mela Fuji. Il tutto da gustarmi in albergo mentre preparo questo blog...
Il tutto con il sottofondo di un concerto di Hiromi Uehara. Chi e'? Vale la pena sentirla suonare su questo video di YouTube.

Come si prende il metro a Tokyo?






Semplice, si guarda la mappa e si paga quanto indicato. Si prende il biglietto e via.
Sapreste dirmi quindi come si torna a Shinagawa???
...
Beh, e' una delle cose che mi sono dovuto imparare: Shinagawa e' scritto  品川
Lo cerco e magicamente si trova sull'anello verde, la Yamanote Line. Meno male... e' come la 90/91 a Milano. Se sbagli direzione fai il giro lungo ma prima o poi torni a casa.
Scelgo pero' il giro giusto e leggo che occorrono 12 minuti. Misuro il tempo tra la chiusura delle porte e la riapertura dopo 6 fermate. 12 minuti e 3 secondi. Ahi ahi ahi, questi ritardi... non e' piu' come una volta.
A bordo meno male che' c'e' il monitor che mi dice dove sono e dove sto andando. Anche con caratteri romani!
La fauna a bordo e' divisa in tre categorie: (1) chi dorme (2) chi ascolta gli iPod e (3) chi internetta e blogga con telefonini 3G. Mi sento fuori posto perche' non rientro in queste categorie.
All'uscita un conduttore che annuncia per ogni treno che arriva -- uno ogni minuto o suppergiu' -- la lista delle coincidenze. La prossima volta che mi lamento del mio lavoro pensero' a lui e mi rasserenero'. C'e' qualcuno che sta molto peggio di me.
Non ci posso credere ho trovato un cestino!! Guardato a vista da una telecamera e da una guardia armata. Non c'e' male come antiterrorismo. Piu' di tre ore con in mano un rifiuto...


Akihabara e Akiba






Tappa fondamentale ad Akiba, uno dei megastore in Electric City.
Entro con la rassegnazione di non comprare niente - so gia' che i prezzi sono piu' alti che in California complice lo Yen forte, il dollaro debole - ma comunque curioso di vedere se c'e' qualcosa d'inusuale.
Trovato! Un'intero padiglione di assi da WC riscaldate e con getti per la pulizia prima, durante e dopo.
Poi un WC che se lo trovassi in California lo prenderei subito: ci si puo' lavare la mani con l'acqua che carica il serbatoio dello scarico! Risparmierei un lavandino e molta acqua! Lo voglio!!!
Nel reparto giocattoli le immancabili macchinette (centinaia!) che dispensano palle trasparenti con ciondolini da cellulare...